2 Giugno 1946: ALLE URNE!

In Italia le donne cominciarono ad esercitare il diritto di voto a partire dalle elezioni amministrative che si tennero nella Penisola, anche se non in tutte le regioni, fra il marzo e l’aprile 1946.

Ma fu il 2 giugno dello stesso anno che tutte le donne italiane si recarono alle urne per il referendum monarchia-repubblica e l’elezione dell’Assemblea Costituente.

I commenti sui giornali

"L’elettrice" di Marino Moretti - Il Nuovo Corriere della Sera, 11 giugno 1946.

[...] – Questa è l’ultima… –. Capii più tardi, nel discorso comune, che questa era l’ultima coda. E benché il premio di questa coda non fosse un mazzo di rape o un pugno di castagne (nemmeno una scatola di fiammiferi) come quando queste donnette attendevano ore e ore, magari sotto la pioggia, tenute d’occhio da guardie o da altra gente d’ordine, per un risultato così magro, io capii perfettamente che c’era oggi non so quale allegrezza nei cuori per il fine tutto ideale di quest’altra attesa che non somigliava a quelle indimenticabili della carestia. [...] Quella che m’aveva salutato ammiccandomi con estrema benevolenza mostrò di continuarmi la stessa benevolenza istruendomi su ciò che avemmo dovuto compiere, uomini e donne, più tardi, quasi che io non sapessi, non l’avessi appreso dai giornali, non me l’avessero ancora detto, “come si fa”. Lei lo sapeva perché suo marito era uno degli uomini del seggio. A lei aveva spiegato suo marito ch’era, nella sua modestia, e per un’intera giornata, un’autorità; e le aveva anche fatto fare la prova con due pezzi di carta, simulando da cabina un semplice paravento. Ecco, si faceva un croce nel quadratino scelto, si scriveva il nome o i nomi preferenziali costì, si chiudeva così, si passava la punta della lingua sulla parte ingommata, si chiudeva con lo scrupolo con cui si chiude una lettera d’affari o, meglio ancora, d’amore, chi ha ancora il tempo di fare all’amore… […]

"IL 1946" DI …

… Maria Bellonci

"Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest’anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore – e come – quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all’improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l’impulso di fuggire. Non che non avessi un’idea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest’idea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata,coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi."

… Anna Banti

"Quanto al ’46 e a quel che di “importante” per me, ci ho visto e ci ho sentito, dove mai ravvisarlose non in quel due giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi: e gli analfabeti. Era un giorno bellissimo, si votava in vista di un giardino dove i bambini giocavano fra i grandi che, calmi e sorridenti, aspettavano, senza impazienza, di entrare. Una riunione civilissima; e gli elettori eran tutti di campagna, mezzadri e manovali. Quando i presentimenti neri mi opprimono, penso a quel giorno e spero."

LE DONNE LETTE ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE

Il 2 giugno 1946, su 556 membri totali vennero elette 21 donne all’Assemblea Costituente. Le ventuno costituenti appartenevano prevalentemente alla classe media. Tredici erano laureate, soprattutto in materie umanistiche; c’erano poi un’impiegata e una casalinga; due delle comuniste erano state operaie. Avevano nel complesso una buona cultura e provenivano, per la maggior parte dal Centro-Nord del Paese, dove lo sviluppo economico era stato più precoce e dove si era vissuta la Resistenza.